“Lo salverò perché a me si è affidato; lo esalterò perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso”
Sl 91
Sono Guadalupe Bautista Cruz sono di Santa Maria Actipan de Morelos, Puebla, Messico ed ho 32 anni.
Vengo da una famiglia numerosa, lavoravo nel negozio di fiori della mia famiglia e pian piano sono riuscita a portare avanti il negozio da sola. Mi piaceva farlo e soprattutto fare le composizioni. Quel periodo avevo anche la responsabilità di prendermi cura di mia madre, che era ammalata e non era facile per me. Le prove che il Signore mi dava erano sempre più forti e difficili da superare, non potevo contare sempre sull’aiuto dei miei fratelli. Avevo tempo soltanto una volta all’anno di visitare a piedi la Madonna di Guadalupe nel suo santuario, allora era possibile vivere delle avventure un poco pericolose che mai facevo, a volte non mi rendevo conto del pericolo, però mi sentivo sicura, non mancavano gli amici che sempre stavano al mio fianco. Mi davo sempre molto da fare per le persone e a volte dimenticavo me stessa.
Un giorno una persona mi ha fatto una domanda inaspettata: “Se passassero tre anni come pensi che faresti?”. Allora ho pensato di viaggiare in Italia e così lavorando ho potuto realizzarlo, non senza l’aiuto di qualcuno. In Italia capii cosa fare della mia vita. Da qualche anno conoscevo la Madre Raffaella Abbadessa del monastero benedettino de San Giovanni Batista in Boville Ernica. Così arrivai al monastero, ma come turista, pensavo di restare pochi giorni e invece sono stata due mesi con loro, vivendo la vita monastica. Poi fu il momento di uscire a visitare l’Italia, andai insieme ad un’amica, anche lei faceva esperienza nel monastero. Andammo a Roma e dopo avere ricevuto la benedizione del nuovo papa Francesco, il Signore mi ha fatto capire cosa stavo cercando.
Viaggiando, il 6 maggio del 2013, sono stata guidata nel centro di spiritualità della Divina Misericordia. In quel momento il desiderio di seguire Cristo in me era grande però qualcosa mi impediva di realizzarlo. La gioia veniva meno, ed il terzo giorno della mia permanenza al di fuori del monastero alle tre del pomeriggio recitando la coroncina della Divina Misericordia sentivo una tristezza in fondo al cuore, l’anima mia era sofferente e piangevo come una bambina, non riuscivo ad alzare lo sguardo al Santissimo che era esposto, né mi rendevo conto che in quel momento Gesù era lì ad aspettarmi. Egli inondò la mia anima con dolcezza e mi consolò e allo stesso tempo il desiderio di seguirLo era svanito. Continuai il mio viaggio e visitai posti bellissimi! C’era sempre qualcosa che mancava ed io non capivo il perché mi sentivo così, se tutto intorno a me era bello.
Ma il desiderio di lasciare tutto cresceva in me in ogni momento, e a Norcia dove nacque San Benedetto e Santa Scolastica pregai di custodire la mia vocazione. Volevo poter continuare il mio viaggio conoscendo di più l’Italia, ma non avevo più nessuno stimolo a farlo! Non volevo, non trovavo piacere, non mi mancava più niente, non avevo più “sete” del mondo. Ero piena di gioia e la pace interiore mi accompagna lungo la strada, decisi di ritornare in monastero.
Dopo l’esperienza di tre mesi tornai a casa in Messico. Feci il possibile per distaccarmi della responsabilità della mia famiglia, del negozio, degli amici, e di tutto quello che mi piaceva. Un tempo pensavo che ero una più del mondo, ora invece sono qualcuna nel mondo! Cosi sono tornata in Italia alla vita monastica il 9 di agosto del 2013 in un luogo dove non manca l’amore, preghiera e lavoro. Cosi posso pregare per gli ammalati più dimenticati, bambini, anziani e per tutto il mondo perché nell’amore di Dio tutto è possibile. Vicino a Lui mi sento come figlia ma figlia del Re misericordioso. Per conoscere Dio bisogna lasciarsi portare nelle sue braccia senza paura, non bisogna avere ricchezze quando il tesoro più bello abita in noi. Attualmente vivo l’anno del postulantato, preparandomi ad iniziare il noviziato.
Guadalupe