“Come la cerva anella ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio.”
Sal. 41
Sono Suor Maria Maddalena osb. ed ecco come il Signore mi ha attirato a Se.
Dopo essere stata tanto allontanata da Dio e dalla chiesa, mi sono trovata con il Signore quando avevo 21 anni, prima di questo, però, della chiesa non ne volevo sapere nulla.
Nella mia vita avevo raggiunto alcuni obiettivi e mi sentivo realizzata, anche se ancora ne avevo tanti altri da raggiungere, e credevo che quello mi bastasse, ero contenta e da un’altra parte mi avevo fatto un’immagine di un dio alla mia misura, avevo creato per me, un dio che non mi faceva scomodare e che non interveniva nella mia vita, nella mia etica, nella mia filosofia, nel mio modo di concepire l’esistenza, avevo creato un dio “accessorio” praticamente, perché quando mi trovavo nei grandi guai, allora lo invocavo, ma una volta risolto il problema, non mi ricordavo più di Lui.
Tutto volevo avere e fare, meno essere consacrata, nemmeno per scherzo, mai avrei creduto che il Signore avrebbe messo il suo sguardo su di me e mi avrebbe concesso la grazia di appartenerGli per sempre come sua sposa.
Avevo 20 anni quando un giorno, passando davanti ad una chiesa, sentii che si facevano delle catechesi, mi sentii attirata ad entrare ma solo spinta solo dalla curiosità, e quindi sono entrata, dopo un po’ di aver ascoltato la catechesi, ho incominciato a farmi delle domande profonde e importanti sul senso della mia vita, me ne sono accorta che vivevo per vivere, e allora sorse la domanda, perché cosa Dio mi ha creata? Pian piano, mi trovai di fronte a me stessa, non mi ero mai messa in confronto con me stessa, e si presentarono tanti altri interrogativi che mi giravano intorno e sapevo che nessuno poteva dargli risposta, allora come se fosse una scommessa ho chiesto al Signore che mi rispondesse, che si facesse presente nella mia vita. Ed ecco che rispose! In quel momento mi trovai faccia a faccia con il Signore, il quale era presente in tutta la storia della mia vita e io ero stata completamente indifferente nei suoi confronti, lo trovai come è veramente, perché prima di questo, sapevo che cera un Dio, ma solo per sentito dire, un dio astratto e forse immaginario, risultato dell’invenzione di alcuni. Oggi posso dire che veramente l’ho trovato, Gesù uomo e Dio, mio Salvatore, mio Signore, da quel momento la mia vita fece un giro a 360°. Gesù Cristo sconvolse la mia vita in un modo incredibile, non andavo più dietro a miei piaceri, se non, dietro alla sua volontà. E più mi avvicinavo a Lui e più sete e fame avevo di Lui, in quel momento ho capito che io senza di Lui, non potevo vivere, avevo sperimentato tantissimo amore da parte sua, che non potevo averlo solo per me, avevo il desiderio di gridare a tutto il mondo che Dio veramente c’è, e io ne sono testimone. Gesù Cristo che si rendeva presente nella mia vita, non con miracoli o cose straordinarie, ma nell’intimo del mio cuore, nel più profondo della mia esistenza, lì dove l’essere umano non può arrivare, guarendo tante ferite che portavo con me, cacciando via tanto rancore che avevo nel mio cuore, Lui mi aveva riempito della sua misericordia, del suo amore.
Pian piano preparò il mio cammino perché io potessi arrivare a Lui; dopo questa profonda esperienza, sono passati 3 anni, feci un percorso di conoscenza e maturazione della mia fede, immergendomi nel mistero della redenzione, e conoscendo e comprendendo il ruolo importantissimo del magistero della Chiesa e sentendomi veramente membra della chiesa, perché io in forza del battessimo sono anche chiesa; essere battezzato, essere cristiano implica una responsabilità molto grande che è quella di predicare Cristo e renderlo presente ovunque, con la vita, camminando sulle sue orme, essendo docile all’azione dello Spirito Santo e sentendomi figlia amatissima di Dio Padre.
Trascorsi questi anni, nel 2004 ho conosciuto la Madre Abbadessa Raffaella Capogna, già ci fu un cammino di discernimento nella ricerca della mia vocazione dentro la Chiesa, perché sapevo che Dio creandomi mi aveva affidato una missione, mi aveva chiamato a qual cosa, e quindi, sentivo nel mio cuore la sua chiamata a seguirlo più da vicino, ma dove? Dove è che il Signore mi voleva? Tutto però arriva al momento giusto, perché il tempo di Dio è perfetto, fu allora che dopo un colloquio con la Madre Abbadessa, e arrendendomi completamente alla volontà di Dio, e con l’appoggio di mia madre ed i miei fratelli, arrivai in monastero il 22 novembre 2004, iniziando così la tappa dell’aspirantato, come prima fase del percorso di formazione nel nostro monastero. Periodo di conoscenza e discernimento, di preparazione intellettuale e spirituale che permette di conoscere l’importanza della vita monastica e prepara al seguente passo.
Il postulandato l’ho incominciato il 6 ottobre del 2005, dando inizio così al primo inserimento nella Comunità Monastica, partecipando nelle diverse attività realizzate nel monastero e specialmente nella liturgia, come lettrice e salmista nella celebrazione Eucaristica, e antifonaria nella celebrazione della Liturgia delle Ore, è anche il periodo nel quale si fa esperienza più da vicino sul tenore di vita della Comunità e si conferma la chiamata dal Signore e la risposta d’amore data a Lui.
Finito il postulantato sono stata accettata dalla comunità per iniziare il noviziato il 15 ottobre 2006, tempo che richiede intensità di vita interiore attraverso la Lectio Divina, la celebrazione Eucaristica, la preghiera comunitaria e personale, l’ascesi nell’umiltà, nell’obbedienza e nel lavoro quotidiano, qui è fondamentale la conoscenza e comprensione della dimensione ecclesiale e spirituale della professione monastica e la responsabilità che ne consegue, la valenza dei voti che si vogliono abbracciare: povertà, castità e obbedienza, affinché si possa prendere una decisione libera, consapevole e responsabile, nell’assoluto abbandono alla fedeltà di Dio, di poter lodarlo con la vita per sempre con un amore a tutta prova assimilando l’identità della Comunità Monastica, confermando il desiderio di appartenenza a questa famiglia spirituale, che la si ama, perché scelta dal Signore per me.
Il 4 novembre 2007 arrivò il giorno più felice della mia vita, la Professione Monastica triennale o temporanea come la si conosce nella vita monastica, indica l’inizio di una vita nuova, non più seguendo i piaceri e le lusinghe del mondo, ma quel desiderio profondo di vita eterna, delle gioie del cielo e dell’amore di Dio, servendo nella carità sincera la Chiesa e il mondo intero, nel nascondimento, nel silenzio, nella contemplazione dell’amore di Cristo attraverso il sacrificio Eucaristico sorgente di amore fraterno, possibile perché riunite dall’unico e medesimo Signore Gesù Cristo.
Al termine dei 3 anni di Professione Temporanea il 13 novembre 2010 arriva il Sì definitivo, la Professione Solenne assumendo definitivamente lo stato monastico con il dono totale di me stessa per la salvezza di tutta l’umanità, attraverso un amore oblativo sull’esempio di Cristo.
La Professione Solenne è l’inizio di un lungo itinerario verso la santità, nonostante la mia fragilità, so però che il Signore mi dona una grazia particolare che mi rende capace di realizzare cose che umanamente potrei dire sono impossibili, perché è lo Sposo che fa diventare la Sposa riflesso splendente del suo Amore.
Vale la pena dare la vita per Cristo! Sono felicissima al vedermi così privilegiata di essere stata scelta dal Signore, ringrazio Dio per la comunità alla quale mi ha incorporato, perché rende possibile la mia stabilità, la conversione dei costumi, l’obbedienza, la purezza del cuore e la povertà, sentendomi sostenuta dalla preghiera delle mie consorelle, sono loro a rendere idoneo il clima di raccoglimento e silenzio, fondamentali nella ricerca di Dio. È bello essere coinvolta in una vita intrinseca di profezia, oggi posso sperimentare ciò che sarà un giorno, quando ci troveremo faccia a faccia con il Signore e nella Comunione dei Santi.
Sono chiamata a gridare al mondo che Dio c’è, e che è un Padre amoroso che aspetta che il figlio prodigo torni a casa, non per sentirsi amato, ma per donare Lui stesso tutto il suo amore a ciascuno di noi.
Sono chiamata a gridare al mondo che Cristo ha dato la sua vita per me, e che solo lui è la strada che ci conduce alla felicità eterna, è Lui la vera Vita è Lui la Verità è Lui l’amore.
Sono chiamata a gridare al mondo che lo Spirito Santo, trasforma la nostra vita rendendola bella perché vissuta in Dio, è Lui che porta in se quell’amore che guarisce tutto, che perdona tutto, che fa diventare l’uomo più umano fino a convertirlo in un alter Christus.
Sono sicura di essere sotto la protezione della Santissima Vergine Maria di Guadalupe, chi mi sta accanto nel mio cammino, aiutandomi affinché il mio cuore sia tutto di Gesù, e insegnandomi a fare come ha fatto Lei, che ha concepito Cristo, e Lo ha donato al mondo. In Lei sono chiamata a vivere la triplice dimensione della monaca, e cioè: essere figlia, sorella e madre nello spirito per guadagnare tantissime anime al Signore.
E vorrei finire citando un testo della Rev.da Madre Anna Maria Canopi:
Se Dio basta, non ci si preoccupa di sé, non ci si dispera per le situazioni che non ci sono favorevoli, anzi, se c’è qualche cosa che chiede sacrificio, può diventare occasione propizia per vivere più intimamente con Cristo, che per primo si è addossato il nostro dolore. In quest’ottica di fede e di amore non è necessario che tutto vada secondo i nostri desideri: la pace del cuore sgorga più pura quando viviamo unite a Cristo, quando in tutto cerchiamo di vivere con Lui, per Lui, in Lui.
Suor Maria Maddalena osb