“Di te ha detto il mio cuore: Cercate il Suo volto, il tuo volto Signore io cerco”
Sl 26,8
Sono Suor Maria Veronica, al secolo Ana Isabel Luna Garcia, nata in una famiglia cattolica per cui sono stata abituata sin da bambina a partecipare alla santa messa e per tanti anni ho pensato che questo significava essere cattolica praticamente, invece vuol dire essere in rapporto confidente con il Signore, fare esperienza del Suo amore, della Sua misericordia, della Sua presenza e della Sua azione nella propria vita.
Ho iniziato a sentire qualcosa l’anno del grande Giubileo del 2000, quando improvvisamente alla TV, ho vidi papa San Giovanni Paolo II attraversare la porta Santa nella celebrazione di apertura dell’anno Santo. In quel momento ero lontana dal Signore, da tanti anni non andavo più a messa anteponendo tante scuse. Avevo finito l’università, facevo un lavoro che mi piaceva e per il quale avevo studiato tanto, avevo tanti amici, però quell’immagine mi fece pensare al senso della mia vita. Sentii un grande bisogno di ritornare al Signore. Lo cercai nel sacramento della confessione e fui invitata da un sacerdote a cercare un gruppo dove poter vivere la fede.
Quello stesso anno cominciai un itinerario di fede, che mi permetteva di partecipare più assiduamente ai sacramenti, all’ascolto della parola e alla condivisione della mia esperienza di fede vissuta in una comunità della mia parrocchia. Da allora ebbi l’opportunità di assistere a parecchie giornate vocazionali nelle quali, anche se non mi sentivo chiamata alla vita religiosa, mi si svegliava il desiderio di vivere in una maniera più viva, più impegnativa, più congruente alla mia fede.
Nel 2002 dopo la giornata della gioventù conobbi Madre Raffaella e anche se non avevo intenzione di fare esperienza di vita monastica mi avvicinai a lei, mossa dalla curiosità. Mi fece l’invito di fare una esperienza ma io preferii aspettare, credendo che se veramente era quello il mio destino me l’avrebbe fatta incontrare di nuovo. Continuai la mia vita, famiglia, comunità, lavoro e amici. Non pensai più a quell’incontro.
Sentii che il Signore mi chiamava a seguirlo nel maggio del 2010. Era una giornata vocazionale nella Basilica di Guadalupe nella Città del Messico, dopo averlo chiesto alla Mamma Celeste la sua intercessione per discernere la mia vocazione. Quella sera fu letto il passo dell’annunciazione e mi colpirono molto le parole: “Nulla è impossibile a Dio”.
Non avevo pensato mai di essere consacrata, avevo piani molto diversi, quindi posso dire che non sono stata io a scegliere ma Lui mi ha guardata, mi ha amata e mi ha chiamata. Ciò che mi spinse ad accogliere questo invito è stato il forte desiderio di voler conoscere Cristo, perché più lo conosci e più lo ami. Poiché mi sono sentita amata e perdonata da Lui, desideravo scoprire il disegno che Dio aveva in serbo per me.
In quegli anni ero inquieta di trovare qualche modo per aiutare le persone che soffrivano intorno a me, ed ero sicura che non esisteva una strada migliore che la preghiera e la testimonianza della fedeltà di Dio, della sua vicinanza a ogni persona e del suo amore.
Mi sono fidata di Lui per il modo in cui illuminò la mia strada, certa che «è fedele colui che promette». Un mese prima di quella giornata rincontrai Madre Raffaella, che non vedevo ne sentivo da 8 anni.
Il Signore nella sua infinita misericordia mi fece capire che era a questa Comunità che mi chiamava, ed incoraggiata dalle parole di San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. Sono entrata in Monastero il 1 marzo 2011 e veramente ho fatto esperienza che Dio non si lascia vincere in generosità, più ti fai docile all’azione dello Spirito, più ti doni giorno per giorno nel servizio di Dio e del prossimo e più piena, più bella e più felice diventa la vita. Non sempre è facile, ma il Signore ti viene incontro con l’aiuto della sua grazia perché tu possa ascoltare e fare la sua volontà.
Dopo poco più di un anno di discernimento iniziai il postulanto il 21 marzo 2012 e l’anno seguente, il 24 marzo 2013 il noviziato. In questo tempo ho avuto la tentazione di tirarmi indietro, però come ho scritto prima «è fedele colui che promette» e la sua grazia mi ha sostenuto, permettendo di essere tentata per aiutarmi a purificare e riconoscere che davvero ero venuta per cercare Dio.
Il Signore promette cose meravigliose che non riusciamo a capire o ad immaginare, bisogna coltivare la bellezza del cuore, cioè la carità, e questo non si può fare se non nella rinunzia a se stesso, alle esigenze del proprio “io” per diventare la sua dimora ed essere testimone della sua luce.
Con questa consapevolezza, fidandomi ancora una volta della sua fedeltà e con l’aiuto immancabile della Sua grazia e della intercessione della Vergine Madre ho ricevuto l’11 maggio del 2014 la grandissima grazia della professione temporanea e vestizione monastica, mi fu dato un nome nuovo: Suor Maria Veronica.
Attualmente servo la comunità come sagrestana e autista.
Il cuore è multi intenzionale per cui ci vuole un lavoro continuo di purificazione, ci sono momenti molto belli dove veramente ti senti disposta ad incarnare il Vangelo e ci sono altri bui quando distogli lo sguardo dal Signore. Perdendo lo scopo per il quale sei venuta e ti scoraggi, però il Signore è sempre fedele e promette di portare a termine l’opera che ha iniziato.
Suor Maria Veronica osb