“O Dio tu sei il mio Dio all’aurora ti cerco di te ha sete l’anima mia. Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia e la forza della tua destra mi sostiene.”
( Sl. 62)
Da questo verso salmodico do inizio al racconto della mia storia personale e di come è nata e cresce la vocazione alla cui Dio mi invita a rispondere.
Mi chiamo Elizabeth Luis Atlahua, ho 31 anni e sono nata a Xalapa Veracruz, Messico. Ho studiato e mi sono Laureata in Economia e Commercio. Fino a pochi mesi fa ero immersa nell’ambito lavorativo.
Come sono arrivata qui? Definitivamente per Grazia di Dio! Nella ricerca della mia felicità credevo fosse nelle cose del mondo e nel mio assoluto egoismo. È stato un lungo periodo, ed era grande il vuoto che sentivo nella mia anima. Sarà curioso ma sentivo che Dio non esisteva. Facevo di Lui solo l’oggetto dei miei rimproveri, in poche parole la mia vita non aveva alcun senso, tutto era una routine e la verità è che desideravo un qualcosa di estremo, di diverso. Avevo 24 anni quando ho cambiato città, lavoro, casa e perfino amici, ma mi continuava a mancare “qualcosa”. Dopo due anni sono tornata a casa, alla mia città natale. Dio mi aveva dato un padre così amoroso, che mi ha ricevuta come il Padre Misericordioso al Figliol prodigo.
“O Signore tu non ti stanchi mai di rifarmi…” -pensavo-. Dentro di me sapevo che “qualcosa” mi mancava, ed era Lui, non è mancato chi mi invitasse ad un ritiro per giovani, e proprio vivendo queste giornate ho capito che avevo dato spazio a tutto eccetto che a Dio che voleva entrare nella mia vita. Ed io gli ho domandato: -cosa vuoi da me?- Non ci credevo! Dio bussava alla mia porta ed io ingrata lo disprezzavo. Quanto è buono Dio che non si stanca mai di amare!
Così ho cominciato a frequentare i movimenti della chiesa, nessuno mi aveva detto che il cammino era facile e senza nessun ostacolo, perché il cuore di pietra diventi di carne ci vuole tempo e in questo ancora stiamo lavorando Gesù e io; basterebbe lasciare a Dio un piccolo spazio dentro di noi, una mangiatoia come a Betlemme, basta dire “SI” che il resto lo fa Lui.
Chi avrebbe pensato che dopo alcuni anni, Lui diventava tutto nella mia vita. Non potevo non pensare a Maria, che ai piedi di Gesù ascoltava la sua parola, contemplandolo lasciavo tutto senza importarmi niente!
Il Signore mi ha lasciato vivere per tre anni un’esperienza nelle Comunità Missionarie di Vita Cristiana, e lì ho potuto conoscere la bellezza dell’Eucarestia, la Parola di Dio, e soprattutto cominciare a vivere in comunità e non pensare solo a me stessa, e qui mi ha fatto capire che la vita non serve a niente se non si dona, come ha fatto Gesù, questa è la mia speranza.
Il 21 ottobre 2014 con i giovani delle Comunità missionarie siamo andati ad un ritiro che aveva luogo nel Monastero delle Monache Benedettine che si trova a San Marcos, Veracruz. Lì ho ascoltato con molta attenzione la testimonianza di una delle monache, credevo che il mio soggiorno nel suddetto Monastero non fosse troppo lungo e tutto sarebbe finito lì. Non ho mai immaginato che il Signore dopo questo giorno, cominciasse a bussare molto più forte alla mia porta, e io pensavo che già l’avevo fatto entrare, ma Lui voleva addentrarsi di più. A dicembre dello stesso anno mi sono messa in contatto telefonicamente con le monache, e mi hanno permesso di vivere un’esperienza dentro al monastero, e per quest’opportunità ringrazio infinitamente Madre Raffaella. A febbraio 2015 ero già decisa di venire in Italia, ma avevo fatto già alcuni progetti per l’anno prossimo, come il vivere anche un’esperienza con delle donne single come me, che facevano parte delle comunità missionarie, tuttavia a causa delle difficoltà lavorative e familiari , tra l’altro, mi hanno impedito di restare a lungo.
Pensavo che conoscendo meglio Gesù, se era vero che Lui mi chiamava, dovevo essere molto più radicale, tutto questo però l’avevo accennato alla Madre Raffaella, chi mi ha consigliato di vivere l’esperienza da luglio che lei ripartiva per l’Italia. Per me era molto affrettato, ma ho accettato l’invito, sentivo che era Gesù che mi diceva: «Seguimi!». Avendo già tutta la documentazione e tutto l’occorrente, otto giorni prima della partenza, in un giorno inaspettato, mio Padre morì, una delle persone che più amavo in questo mondo, non avevo mai pensato che mi capitasse una situazione simile, così repentinamente, tuttavia era una situazione che mi preoccupava già che la sua salute non era tanto buona.
Che difficile è capire la sapienza di Dio, ma adesso sono già tre mesi che sono aspirante in questa comunità, “all’ombra delle Sue ali” e felice di essere qui!
Elizabeth